mercoledì 14 agosto 2013

Breve storia della vita privata

Leggendo i libri di Bill Bryson non puoi fare a meno di domandarti come l’autore abbia trovato il tempo necessario a documentarsi in modo da fornire la stupefacente quantità di notizie di cui è farcito ogni volume.
Già ero rimasto impressionato leggendo la sua Breve storia di (quasi) tutto, in cui ripercorre una bazzecola come quindici miliardi di anni di vita del mondo fornendoci nozioni di fisica, chimica e biologia del nostro universo, con particolare riguardo alla Terra e agli ultimi 4.500.000.000 anni, ma dopo aver terminato la Breve storia della vita privata sono rimasto addirittura annichilito di fronte all’immane quantità di informazioni che Bryson è riuscito a trarre analizzando i particolari di quel limitato microcosmo che è una qualsiasi abitazione inglese.



Lo sapevate per esempio che per poter iniziare a costruire il secondo piano di un’abitazione si è resa prima necessaria l’invenzione del caminetto? O che la pratica della ginecologia poté prendere piede grazie a un medico pazzo furioso che si divertiva ad asportare clitoridi per guarire le pazienti dall’insonnia? Che il leggendario aspetto “naturale” dei boschi inglesi è del tutto artificiale? O che la Statua della Libertà è solo un guscio vuoto di rame spesso appena due millimetri retto da un’incastellatura in ferro progettata dallo stesso ingegner Eiffel, quello della Torre?

Nei libri di Bryson potete trovare queste e altre migliaia di notizie dapprima ignorate, fatto che contribuisce notevolmente ad un allarmante calo della propria autostima. Questa Breve storia è densa di una tale messe di informazioni che alle volte suscita più curiosità di quante ne appaga: diverse volte, nel corso della lettura, mi è presa la frenesia di mettere mano a Google per cercare approfondimenti su qualche tema.  
William "Bill" McGuire Bryson è un giornalista statunitense rifugiatosi a vivere in Inghilterra e diventato famoso soprattutto per i suoi libri di viaggio, a metà tra diari e documentari, nei quali analizza città, abitanti, paesi e isole che ha visitato nel corso delle sue peregrinazioni. Forse si è trasferito dall’altra parte dell’oceano a causa del suo sense of humour, molto simile a quello tradizionale inglese e del quale è pregno ogni suo scritto. Lo contraddistingue uno stile  semplice e colloquiale, una grande autoironia e la pressoché infinita serie di aneddoti di cui riesce a farcire i propri libri. Leggerlo, dopo essersi armati della pazienza necessaria a causa della mole dei volumi,  è divertente e utile per arricchire le proprie conoscenze personali anche se, e gli si può perdonare solo in parte, quelli che possono essere considerati dei saggi divulgativi sulle più varie scienze non sono proprio del tutto esaustivi, come si può arguire leggendo le pagine sulla scoperta del telefono nelle quali Bryson nomina tutte le persone che hanno in qualche modo partecipato all’invenzione: Graham Bell, Philipp Reis, Thomas Watson, Henry Dreyfuss e William Blauvelt, ad eccezione di quella forse più importante, Antonio Meucci.
Il suo libro più famoso rimane comunque Una passeggiata nei boschi, che con questo delizioso titolo - lievemente understatement - è il diario del suo tentativo di percorrere a piedi l’Appalachian Trail, cioè quello che può essere considerato il sentiero attrezzato più lungo del mondo, con i suoi 3.500 chilometri che si dipanano lungo la catena dei Monti Appalachi dalla Georgia al Maine attraverso 14 stati americani. In questo diario Bryson riesce ad inserire, tra un passo e l’altro, numerosissime nozioni di geografia, biologia, zoologia, geologia, climatologia, ecologia, archeologia e politica nonché praticamente tutta la storia degli Stati Uniti.


Nel caso voleste leggerlo non posso anticiparvi se l’autore sia riuscito o meno a condurre a termine questa gitarella fuori porta di circa sei mesi (a 20 km al giorno, tutti i giorni, a piedi! Per curiosità, il record di percorrenza lo detiene una gentile signora di nome Jennifer Pharr Davis ed è di circa 46 giorni e qualche ora, ad una media di 75 km al giorno!), ma quello che posso dirvi è che la prima parte del libro, quella in cui è riportato l’approccio al trekking da parte di due uomini di città del tutto fuori allenamento e del tutto imbranati, è tra  i contenuti più esilaranti che io abbia mai letto in un libro.
Notizie recenti riportano che Robert Redford ha intenzione di girare un film basato su questo libro di Bryson interpretandone il protagonista affiancato da Nick Nolte, e se porterà a termine il progetto varrà sicuramente la pena andarlo a vedere.
Il Lettore

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