sabato 3 agosto 2013

Un calcio in bocca fa miracoli

Le persone che guidano con l’avambraccio fuori dal finestrino. Cosa mi vuoi dimostrare con la fuoriuscita di quell’arto, che sei padrone della situazione? Che ti dobbiamo lasciar perdere, perché ne hai poche e spicce? Ho immaginato varie volte di vedere una di quelle braccia tranciata da un camion lanciato in direzione contraria, così, senza cattiveria, per semplice curiosità, diciamo.”

Questo è un piccolo assaggio da pagina 116 del libro di oggi, che mi ha colpito non fosse altro perché mi trovo a pensarla esattamente allo stesso modo del vecchiaccio malefico protagonista del romanzo. Come mi è successo in parecchie altre occasioni mentre lo stavo leggendo. Un’identificazione preoccupante. Sarà l’innato cinismo? Sarà un precorrimento della vecchiaia che incombe?


Il libro di Marco Presta non è stata una sorpresa perché ne avevo già sentito parlare e perfino ascoltato dei brani letti ad alta voce. Perciò appena mi è capitato sotto mano non ho potuto esimermi dal lanciarmi in una lettura che arrivato alla fine mi ha lasciato con le labbra ancora increspate dai sorrisi che si sono succeduti per tutto il libro, ma anche con un senso di amarezza per le verità che emergono tra le righe e che l’autore mimetizza o attenua condendole con dosi crescenti di cinismo e menefreghismo, con apparente distacco, ottenendo di conseguenza lo scopo di farle invece risaltare.
Non ascolto la radio se non i canali che trasmettono solo musica, e di conseguenza non ho mai seguito una puntata del Ruggito del Coniglio, ma il nome di Presta mi era stato fatto spesso come conduttore ironico e arguto, e quell’arguzia Presta l’ha trasferita pari pari in questo romanzo che è sferzante ma anche tenero e malinconico, saturo di metafore fulminanti, sinonimi azzeccati e paragoni illuminati, dove con sarcasmo sottolinea tragedie e peripezie della terza età e del vivere quotidiano facendo ridere ma anche riflettere.
Il top della risata con le lacrime, quella che se putacaso ti vedesse qualcuno penserebbe che sei cretino, si raggiunge a pag. 136 con l’esilarante descrizione degli effetti del Viagra sugli ultrasettantenni. Ma per tutto il corso del libro ti trovi spesso a ridere e sorridere e a pensare a quanto sarebbe migliore il mondo se ogni tanto ci si permettesse di abbandonare gli abiti dell’ipocrisia comune lasciandosi andare in qualche sano vaffanculo nei confronti di plateali rompicoglioni.
Il Lettore

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