Altro libro pompatissimo per
pubblicizzare il quale si fa riferimento a Stieg
Larsson e per l’ennesima volta si inventa in italiano un titolo che non ha nulla a che fare con
la vicenda né tantomeno con l’originale inglese (The Abomination).
Quale
segreto scorre nei sotterranei di Venezia? È la domanda che viene posta in copertina. Ora, a parte che
anche il più babbeo dei lettori sa che a Venezia non esistono sotterranei, caso mai l’unico segreto da rivelare
sarebbe quello di come fare a riuscire a terminare il libro senza addormentarsi
di continuo sulle sue pagine.
E il fatto che in copertina
sia anche riportata l’anticipazione che questo non è altro che il primo volume
di una trilogia ti indurrebbe a
strapparti i capelli ululando alla luna piena.
A parte gli scherzi il libro
sarebbe anche leggibile, da parte di un palato che non pretende chissà che, ma
presenta un mucchio di difetti notando i quali il riferimento a Larsson ti fa
veramente cadere le palle. Di sicuro il richiamo è stato scelto perché fa moda
e pubblicità gratuita, e l’unica giustificazione è che nel libro il personaggio
più azzeccato è un hacker
italianissimo, Daniele Barbo, che
crea un sito internet, Carnivia, che è una specie di Second
Life ambientato a Venezia nel quale incontrarsi in assoluto segreto
grazie a una criptazione del tutto inattaccabile.
Certo è che Daniele Barbo, per quanto interessante,
non è Lisbeth Salander, e l’unico
spunto meritevole del romanzo non viene approfondito quanto avrebbe meritato ma
lasciato piuttosto nel vago dando la preferenza alle indagini per degli omicidi
che portano alla scoperta delle macchinazioni internazionali che a loro volta
hanno dato origine alla guerra nella ex-Jugoslavia.
E da qui Jonathan Holt si
sbizzarrisce nel volerci infilare di tutto: le interessenze della CIA e delle organizzazioni paramilitari private
statunitensi nella politica italiana ed europea, l’uso dello stupro di massa (sul quale si insiste
non poco) quale mezzo di dominio politico, il controllo da parte della mafia sull’immigrazione di ragazze
dell’est da destinare alla prostituzione, la connivenza e la corruzione di
alcuni magistrati italiani, il
problema del divieto per le donne di essere ordinate sacerdoti, l’uso smodato dei droni
da parte dell’esercito statunitense e come potrebbe mancare, udite udite, la storia d’amore tra i due investigatori?
Un mettere troppa carne al
fuoco che uccide quel briciolo di
interesse che poteva essere stato creato, per di più ricorrendo a personaggi che non emergono per
congenita carenza di spessore. Per onestà devo ammettere che Holt ci ha anche
provato a renderli interessanti, ma purtroppo per lui non gli è riuscito molto
bene. Nonostante quelli che vorrebbero essere colpi di scena il romanzo diventa
ben presto noioso e lo tiri avanti solo per vedere come va a finire, ma nel
frattempo ti fa passare del tutto la voglia di leggere i volumi successivi
della trilogia.
Il Lettore