lunedì 13 novembre 2017

Passeggeri notturni

Un altro libro di racconti di Gianrico Carofiglio, che oltre ai romanzi non è nuovo nemmeno a questa corrente letteraria.
Poi, sul connubio scrittore/libro di racconti parlerò più diffusamente nel post relativo alla prossima raccolta di racconti che recensirò, che ho già letto e sulla quale sto già scrivendo. Abbiate pazienza.




In questo caso Carofiglio ha sfornato una trentina di raccontini di due o tre pagine ciascuno.
Brani molto sintetici, aneddoti, racconti veri e propri intervallati da situazioni reali di vita vissuta, da molti dei quali si raccoglie una sorta di “messaggio” dal significato profondo.
Alcuni sanno tanto di “racconto zen”: minimalisti e criptici, come appunto i racconti zen dei quali ho già letto parecchie raccolte e sui quali bisogna riflettere con una sorta di pensiero laterale. Quanto a tirarci fuori i piedi è un altro discorso. Qual è il suono di una mano sola?
Altri sono tratti da incontri con gente reale. Ma attenzione, l’attributo “reale” ha un connotato un po’ particolare, perché Carofiglio non è che incontra gente comune come me e voi o come la signora che va a fare la spesa e trascina la sporta alla fermata dell’autobus, no, lui incontra solo gente famosa — della quale si guarda bene dal fare i nomi — a ricevimenti più o meno “in”: giornalisti di testate celebri, politici sulla cresta delle aule di giustiz dell’onda, gente insomma che noi incontreremmo solo se frequentassimo abitualmente Via Veneto o Montecitorio.
Da questi incontri trae perle di saggezza (o di infamità, a seconda dei punti di vista) e ce le trasmette in questo libro che odora un po’ (ma solo un poco) di operazione commerciale (e dagli!) in quanto i racconti, singolarmente, erano già stati pubblicati in precedenza su una rivista. Rivista sulla quale probabilmente avevano un senso maggiore, e una maggiore attualità, che non raccolti tutti insieme a posteriori.
Sono pezzi comunque soddisfacenti, redatti con una piacevolissima scrittura dallo stile semplice e chiaro, e stringati quanto basta da lasciare un buon sapore in bocca senza appesantire.
Il Lettore 

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