Per Natale hanno regalato questo libro a mio figlio.
A me Zerocalcare non è mai piaciuto. Tutte le volte che ho provato a
leggerlo non sono riuscito ad andare oltre la seconda pagina. Vuoi per i
disegni veramente brutti, secondo me, vuoi perché non mi interessano le tematiche
di cui tratta, vuoi per le sceneggiature abborracciate e il modo confuso di
raccontare le storie, l’ho sempre considerato illeggibile.
E questo dell’autore di
fumetti che oggi come oggi è il più venduto sulla piazza.
Ma da molti (giovani) è
osannato, come anche altri della sua risma. Gipi, tanto per nominarne uno. Per me questi autori innalzati al
rango di mostri sacri del fumetto non sono altro che un inno al dilettantismo e all’”arruffoneria”, portati in palma di mano
da dilettanti e arruffoni che elevano i loro difetti al rango di pregi per poterne parlare bene. Un autore
disegna male? Allora va elogiato il suo tratto ingenuo, reale e
pieno di sentimento. Non sa scrivere
una sceneggiatura? È fatta in questo modo allo scopo di riflettere il malessere
della società odierna, le ansie della gioventù. Guarda che bravo.
Ma vaffanculo.
L’essere realista è un mio difetto:
per me sono solo degli scalzacani.
Ma vendono, e allora forse hanno ragione loro. Questo mondo mi piace sempre
meno.
Però può anche essere che sia
io che mi sbaglio, mi sono detto. Sarà
colpa mia, non riuscirò a capire il messaggio, sforziamoci, cosa mi costa
riprovare un’altra volta? Per obiettività, per completezza, per riuscire a formulare
un giudizio organico; leggilo, dai, forse può essere che ti piaccia anche, ce lo
hai già in casa…
Va bene, riproviamo.
Non sono riuscito a proseguire oltre
la seconda pagina.
Il Lettore fumettaro (ma selettivo)
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