Pubblicato dapprima
dall’Editore Giuffrè nel 1997 con il titolo Il controesame: dalle prassi operative al modello teorico a firma
di Giovanni Carofiglio (?! – fonte:
libreriauniversitaria.it), è stato riedito nel 2007 da Sellerio, dopo un
rimaneggiamento servito a togliere le parti più pesanti del testo, e dopo che Gianrico Carofiglio era diventato
famoso con i romanzi dell’avvocato Guerrieri.
L’arte
del dubbio nasce quindi
come un testo giuridico ed essenzialmente destinato agli addetti ai lavori
nell’ambiente della giurisprudenza, e se si vuole incolpare Sellerio di aver
cavalcato l’onda del successo per far andare in porto un’operazione commerciale
be’, lo si potrà pure fare, ma resta il fatto che perlomeno non è stata una
fregatura come se ne vedono tante nell’ambiente editoriale, perché a parer mio questa
è un’opera il cui valore va ben oltre la media.
Il libro è in pratica un manuale sul come si
dovrebbe condurre un interrogatorio giudiziario, in particolare sul controesame
dei testi, e in fondo anche un manuale sull’arte della comunicazione,
supportato da numerosi esempi di interrogatori tratti da processi reali che
costituiscono in pratica una raccolta di racconti giudiziari. Vi si trattano
temi delicati come il saper demolire o rafforzare una testimonianza, gli
approcci psicologici alle diverse tipologie di teste, gli errori da evitare per
perseguire gli scopi prefissati. Il lessico è tipicamente giuridico e molto
ricercato, ma nonostante questo approccio giurisprudenziale Carofiglio è
riuscito a rendere i concetti sufficientemente chiari da essere compresi anche
da profani della materia (come me).
Come ho iniziato a leggerlo
l’ho letteralmente divorato,
trovandolo una lettura piacevole e colta, estremamente interessante e che richiede
solamente un minimo di concentrazione per capirne i concetti; concetti non di
immediata fruizione, bisogna riconoscerlo, ma che sono esplicati ed alleggeriti
da numerosi esempi nei quali molte volte fa capolino quell’umorismo che
Carofiglio riversa anche nei suoi romanzi:
“Avvocato: E lei vuol farci credere che in queste condizioni è riuscito a vedere
il mio cliente che staccava un piccolo pezzo di orecchio al suo avversario?
Teste: Ma io non l’ho visto mentre lo staccava…
Avvocato: Allora come fa a sostenere che…
Teste: … l’ho visto mentre lo sputava subito dopo…”
Questo libro mi fornisce
inoltre lo spunto per un’altra considerazione: uscendo dal tema per tornare ad
indagare le complesse meccaniche che regolano i giudizi su IBS, come già fatto in
passato su questo blog, basta dire che a L’arte
del dubbio numerosi lettori hanno affibbiato un 1 (pessimo), motivando
questa bocciatura via via nei seguenti modi:
1 – non
avevo capito che non era un romanzo (alla faccia degli acquisti consapevoli!);
2 -
credevo fosse un romanzo
(buongiorno…);
3 – troppo
tecnico (ma guarda!);
4 – la
trovo solo un’operazione commerciale (può anche essere che sia così, ma in
ogni caso è il valore del libro che andrebbe giudicato);
5 – è
un discutibile prodotto a tavolino confezionato per colmare un vuoto editoriale
(???);
6 – è
un saggio di procedura civile (peccato che tratti di interrogatori penali…);
7 – Carofiglio
ha finito la vena creativa (ma non è quello dei suoi libri che ha scritto
per primo?);
8 – mi
aspettavo un romanzo, sono rimasta delusa (e perché? Un libro è buono solo
se è un romanzo?);
9 - ho trovato “L'arte del dubbio” nella sezione thriller di una
libreria di una grande catena nazionale e credo che questa sia pubblicità
ingannevole
(!!!);
10 - perché pubblicare in una collana dedita al romanzo un
manuale "tecnico"? (e
chi l’ha detto che “La Memoria” è dedicata “solo” al romanzo?);
11 – ha sfruttato l’onda del successo (ma vogliamo giudicare il libro, o
le intenzioni dell’autore?).
Sono allibito.
Questo tipo di giudizi
testimonia come molti lettori non sappiano nemmeno cosa si apprestano a
leggere, e sono pronti a massacrare (o viceversa ad osannare) un testo solo per
sentito dire o per sensazioni fumose, non avendo la minima cognizione di causa
su come quantificarne l’effettivo valore.
Il Lettore