Dopo essere venuto a
conoscenza della sua pubblicazione in un noto Forum del settore questo libro, che non è un semplice manuale, mi
aveva incuriosito non poco, e
ovviamente, avendo esplicitato le mie curiosità alla consorte, me lo sono visto
recapitare da Gesù Bambino. Non proprio da lui in persona, capiamoci.
Il titolo è già stato sfruttato
non poco, dalla canzone dei Beatles
al susseguente e bellissimo romanzo di Haruki
Murakami, ma dal momento che il sottotitolo recita Il metodo scandinavo per tagliare, accatastare & scaldarsi con la
legna (in italiano), e che io taglio, accatasto e mi scaldo con la legna,
non potevo fare a meno di leggerlo, vi pare?
E considerate che questo
volume del norvegese Lars Mytting,
oltre ad essere stato nominato libro
dell’anno (per la non-fiction) in
Inghilterra, ha venduto 500.000 copie solo in Norvegia nelle prime settimane
dalla pubblicazione, ed è in corso di traduzione in tutto il mondo.
Tra l’altro, l’edizione
italiana della UTET è splendida, con
copertina rigida e telata, stampa accurata sia del testo che delle numerose
foto, e non un solo refuso in duecentocinquanta pagine. Con compresa nel prezzo
la possibilità per chi lo ha comperato di poterlo scaricare anche in forma
digitale. E non è mica poco.
Dicevo che non è un manuale, e che già prima di
leggerlo sapevo che non vi avrei
trovato nulla che già non sapessi,
ma la sua lettura mi ha soddisfatto lo stesso e me lo sono goduto in un paio di
giorni. Lars Mytting è un romanziere e si sente: il libro è
scritto curando molto la fraseggiatura e in modo da non annoiare mai.
Il tema portante è che in Norvegia “il fare legna” non è solo un trastullo domenicale ma una vera e
propria questione di vita o di morte:
quando devi passare un intero inverno a -40° è bene che la legnaia sia piena e
la stufa perfettamente funzionante, altrimenti la questione diventa più di morte che di vita.
Mytting analizza la tematica
da tutti i lati: tecniche di taglio, di essiccazione, di accatastamento; una
panoramica sulle essenze vegetali, sui tipi di stufe e loro funzionamento,
sulle motoseghe e gli altri sistemi di taglio e di spacco; con un particolare
riguardo nello sviscerare le problematiche ecologiche
e ricordando sempre, ad ogni capitolo, come vi sia una vera e propria filosofia di vita dietro a questa
semplice attività che porta anche a delle vere e proprie gratificazioni
personali.
“Ogni uomo guarda la sua catasta di legna con una specie di affetto”
diceva Henry David Thoreau nel suo Walden, “Mi piace avere la mia di fronte alla finestra, e più sono le schegge
che la compongono, più essa mi rammenta il mio piacevole lavoro.”
Nel mio piccolo mi fermo anch’io
diversi minuti a contemplare la mia
catasta ogni volta che la faccio crescere: se nessuno mi fa i complimenti perché
a nessun’altro importa nulla, perlomeno me li faccio da solo.
E Mytting ci ricorda che
Thoreau amava anche dire: “Incidere sulla
qualità della giornata, ecco la più sublime delle arti.” E spaccare legna è
un bel modo di passare il tempo.
Ripeto, una persona già
esperta di lavori nel bosco non ci troverà nulla di nuovo se non concetti già da
tempo assimilati: meglio che la legna da bruciare sia secca (e grazie tante!), e meglio che la catasta da essiccare sia
rivolta a Sud (nell’emisfero
meridionale deve guardare a Nord, NdF). E il metodo ‘valle e ponte’, cioè il modo giusto per accendere un fuoco: “…si posano due ciocchi paralleli, a
distanza di 10-15 cm, e nel mezzo, ossia al centro della ‘valle’, si colloca la
carta di giornale appallottolata (che non è mai troppa, e non deve essere
carta patinata, NdF) o un cubetto
accendifuoco. Sui ciocchi, a mò di ‘ponte’, si posa la legna da esca, che così
resterà sollevata al di sopra della cenere e ben ventilata dal basso” io lo
avevo già imparato quando avevo 12 anni.
Ma le notizie storiche sui metodi antichi di taglio e accatastamento, sull’evoluzione delle stufe o
delle motoseghe sono interessanti e piacevoli da leggere, e sono convinto che così
come me lo sono gustato io se lo gusteranno anche tantissime altre persone che per
un verso o per un altro hanno a che fare con la legna.
Acc… che invidia! Vorrei
averlo scritto io…
Ma già, mica sono norvegese…
Il Lettore
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