martedì 27 dicembre 2016

Norwegian wood

Dopo essere venuto a conoscenza della sua pubblicazione in un noto Forum del settore questo libro, che non è un semplice manuale, mi aveva incuriosito non poco, e ovviamente, avendo esplicitato le mie curiosità alla consorte, me lo sono visto recapitare da Gesù Bambino. Non proprio da lui in persona, capiamoci.
Il titolo è già stato sfruttato non poco, dalla canzone dei Beatles al susseguente e bellissimo romanzo di Haruki Murakami, ma dal momento che il sottotitolo recita Il metodo scandinavo per tagliare, accatastare & scaldarsi con la legna (in italiano), e che io taglio, accatasto e mi scaldo con la legna, non potevo fare a meno di leggerlo, vi pare?
E considerate che questo volume del norvegese Lars Mytting, oltre ad essere stato nominato libro dell’anno (per la non-fiction) in Inghilterra, ha venduto 500.000 copie solo in Norvegia nelle prime settimane dalla pubblicazione, ed è in corso di traduzione in tutto il mondo.




Tra l’altro, l’edizione italiana della UTET è splendida, con copertina rigida e telata, stampa accurata sia del testo che delle numerose foto, e non un solo refuso in duecentocinquanta pagine. Con compresa nel prezzo la possibilità per chi lo ha comperato di poterlo scaricare anche in forma digitale. E non è mica poco.
Dicevo che non è un manuale, e che già prima di leggerlo sapevo che non vi avrei trovato nulla che già non sapessi, ma la sua lettura mi ha soddisfatto lo stesso e me lo sono goduto in un paio di giorni. Lars Mytting è un romanziere e si sente: il libro è scritto curando molto la fraseggiatura e in modo da non annoiare mai.
Il tema portante è che in Norvegia “il fare legna” non è solo un trastullo domenicale ma una vera e propria questione di vita o di morte: quando devi passare un intero inverno a -40° è bene che la legnaia sia piena e la stufa perfettamente funzionante, altrimenti la questione diventa più di morte che di vita.
Mytting analizza la tematica da tutti i lati: tecniche di taglio, di essiccazione, di accatastamento; una panoramica sulle essenze vegetali, sui tipi di stufe e loro funzionamento, sulle motoseghe e gli altri sistemi di taglio e di spacco; con un particolare riguardo nello sviscerare le problematiche ecologiche e ricordando sempre, ad ogni capitolo, come vi sia una vera e propria filosofia di vita dietro a questa semplice attività che porta anche a delle vere e proprie gratificazioni personali.
Ogni uomo guarda la sua catasta di legna con una specie di affetto” diceva Henry David Thoreau nel suo Walden, “Mi piace avere la mia di fronte alla finestra, e più sono le schegge che la compongono, più essa mi rammenta il mio piacevole lavoro.”
Nel mio piccolo mi fermo anch’io diversi minuti a contemplare la mia catasta ogni volta che la faccio crescere: se nessuno mi fa i complimenti perché a nessun’altro importa nulla, perlomeno me li faccio da solo.
E Mytting ci ricorda che Thoreau amava anche dire: “Incidere sulla qualità della giornata, ecco la più sublime delle arti.” E spaccare legna è un bel modo di passare il tempo.
Ripeto, una persona già esperta di lavori nel bosco non ci troverà nulla di nuovo se non concetti già da tempo assimilati: meglio che la legna da bruciare sia secca (e grazie tante!), e meglio che la catasta da essiccare sia rivolta a Sud (nell’emisfero meridionale deve guardare a Nord, NdF). E il metodo ‘valle e ponte’, cioè il modo giusto per accendere un fuoco: “…si posano due ciocchi paralleli, a distanza di 10-15 cm, e nel mezzo, ossia al centro della ‘valle’, si colloca la carta di giornale appallottolata (che non è mai troppa, e non deve essere carta patinata, NdF) o un cubetto accendifuoco. Sui ciocchi, a mò di ‘ponte’, si posa la legna da esca, che così resterà sollevata al di sopra della cenere e ben ventilata dal basso” io lo avevo già imparato quando avevo 12 anni.
Ma le notizie storiche sui metodi antichi di taglio e accatastamento, sull’evoluzione delle stufe o delle motoseghe sono interessanti e piacevoli da leggere, e sono convinto che così come me lo sono gustato io se lo gusteranno anche tantissime altre persone che per un verso o per un altro hanno a che fare con la legna.
Acc… che invidia! Vorrei averlo scritto io…
Ma già, mica sono norvegese…
Il Lettore 

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